lunedì 2 giugno 2014

Italian Connection: il nostro racconto


Finalmente ecco il 31 Maggio, il giorno di Italian Connection. Grazie all'intuizione di quellichelapremierleague.com, all'infaticabile Fabio Vinciguerra e alla madrina d'eccezione Irma D’Alessandro, il centro sportivo Masseroni Marchesi di Milano, per un giorno, diventa Wembley e sui suoi campi si ritrovano oltre 200 appassionati di calcio british, pronti a rivedere vecchi amici, bere una, due, tre.... birre in compagnia e darsi battaglia per mettere le mani sull'ambita Coppa. Anche se giunto solo alla seconda edizione il torneo Italian Connection è già diventato un appuntamento attesissimo per chi condivide una così bella passione.

Noi di Leeds United Italia non manchiamo all’appello e bissiamo la presenza dello scorso anno, arrivando in discreta quantità. Alcune defezioni (Patrik e Federico) e qualche new entry (Mattie, Massimiliano, Massimo, Roberto e Mirko) completano la compagnia degli Whites già presenti nella scorsa edizione. È mattina presto, ma dopo i saluti di rito tra i tanti amici ritrovati, è già tempo di scendere in campo. Il giorne D ci aspetta. Il nostro futuro si deciderà nei match contro Black Cats of Italy, Everton Italia e Liverpool Italia. La nostra squadra sembra subito migliore rispetto allo scorso anno, con una solida linea difensiva ed un’ottima circolazione di palla, ma conferma la propria scarsa concretezza sotto porta. Il debutto, contro i Black Cats of Italy, è all’insegna della sterilità, tanto giro palla e diverse occasioni da rete, ma al triplice fischio finale il tabellino dice 0-0. Neppure il tempo di riposare e subito si riprende, questa volta con Everton Italia. I Toffees, finalisti della scorsa edizione ,si portano subito sul 2-0 dimostrando un cinismo spietato in zona gol. Una reazione di carattere dei Mighty Whites porta però ad una incredibile “comeback” in pieno stile Leeds. Una carambola fortunata e una doppietta di Fabrizio Rigo ci portano in vantaggio. Come detto, però, vogliamo fare il Leeds fino alla fine e quindi subiamo la beffa. I nostri avversari rimettono palla al centro, calciano direttamente in porta e trovano la traiettoria beffarda che fissa il risultato finale sul 3-3. Nella terza ed ultima partita contro il Liverpool serve necessariamente una vittoria per passare al tabellone principale, qualificazione che avverrebbe proprio a spese dei Reds. Si va subito sotto, poi i nostri avversari provano ad addormentare il match, affidandosi a una condotta di gioco molto “italiana”. Non riusciamo a rimettere in piedi la partita. Solo allo scadere, su azione d'angolo, Massimo trova la zampata del pari. Ma l'1 a 1 non basta. Chiudiamo il girone da imbattuti, ma con solo 3 punti si va nel tabellone di consolazione.
Dopo la pausa-pranzo si torna in campo, con l'obbiettivo dichiarato di migliorare il 15° posto dello scorso anno. Gli dei del calcio ci strizzano l'occhio e ci danno la sfida più attesa: quella contro gli arcirivali della Red Army Italy. In campo con loro c'è anche Cantona, ma noi peschiamo dalla panchina il nostro Beckford. La rete del 2 a 1, salutata da tutta la squadra con un caloroso abbraccio, porta infatti la firma di Fabrizio Trusiano. Poi è il turno di Mattie: il suo 3 a 1 chiude di fatto i giochi. I Red Devils accorciano le distanze, ma la gara è nostra. Al fischio finale possono partire i cori di sfottò goliardici agli sconfitti. Li abbiamo battuti, come quel 3 gennaio.
Raggiunti quindi i due obiettivi minimi: piazzamento migliore dell’anno precedente e vittoria sui rivali. Nasce forse da qui l’appagamento che porta ad una flessione delle prestazioni, dovuta alla stanchezza e a qualche acciacco. Nella semifinale per accedere alla gara per il 9° posto si perde per 2 a 0 con Stoke City Italia, con entrambe le reti segnate dai nosti rivali nel secondo tempo. Si accumulano stanchezza, infortuni e squalifiche e per la sesta ed ultima partita si affrontano gli amici di ItalianCelts. E gli scozzesi non fanno sconti... Dopo la foto e i saluti pregara gli hoops si rifilano un roboante 7-2, con tanto di gol in rovesciata di capitan Bifo. Si chiude così al 12° posto.
Nella finalissima i Latin Lions si impongono per 2 a 0 sull'Everton, nostri avversari nel girone e secondi anche 12 mesi fa. Italian Connection però è qualcosa che va oltre al calcio giocato. Guardare la finalissima fianco a fianco ai ragazzi di altri branch, parlare della situazione delle proprie squadre, delle esperienze calcistiche ed extracalcistiche, dei progetti e dei viaggi è la parte che rimarrà nei cuori di tutti i presenti. La cerimonia di premiazione ricalca quella dello scorso anno, con il giro simbolico di tutte le squadre e il saluto sincero di tutti gli avversari tra sorrisi, battute e cori goliardici. Poi tutti a cena, prima che la stanchezza si impossessi di noi e ci spinga a lasciare la compagnia.
Chi come noi ha “compagni di squadra” che vivono lontano capisce perfettamente l'importanza di Italian Connection. Non c'è da stupirsi, anche alla luce di questo secondo brillante evento, che ci sia gente proveniente da Lecce, Palermo, Helsinki o direttamente dall'Inghilterra. Le 12 ore di treno dal profondo Sud, i voli europei e tutto ciò che un lungo viaggio comporta diventano però l'ultima delle preoccupazioni. Perchè non è tanto il torneo, la partita, il girone, la qualificazione, il gol, la vittoria, il cucchiaio di legno, l'errore dell'arbitro o del compagno, quanto l'atmosfera attorno alla manifestazione stessa che rende il tutto memorabile.
Ritrovarsi con i compagni virtuali del branch, con chi si è conosciuto l'anno prima, ridere, sbeffeggiarsi, bere una birra insieme... è questa la ricetta vincente del torneo.

Un grazie quindi a tutti quelli che hanno permesso tutto ciò e soprattutto a tutti quelli che hanno permesso che questo torneo si svolgesse, anche quest'anno.
È stato un piacere esserci e condividere con tutti voi questi momenti.
God save ItalianConnection!
See you very very soon!

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