lunedì 19 gennaio 2015

Caos senza fine: Cellino perde l'appello


Il tanto atteso giudizio è arrivato. L'appello intentato da Massimo Cellino contro il ban imposto dalla Football League nel mese di dicembre, per la condanna in 1° grado decisa dal Tribunale di Cagliari in merito al caso “Nelie”, ha dato esito negativo. Il Presidente del Leeds United è stato giudicato “responsabile di condotta disonesta” e quindi dovrà abbandonare, entro due giorni, ogni “posizione rilevante” all'interno del club. Il ban, in base alla normativa inglese, durerà fino al 10 aprile (79 giorni), trascorsi i quali Cellino potrà tornare in carica. Tuttavia contro di lui verranno intentati, nei prossimi mesi, sempre dal Tribunale di Cagliari, altri due processi simili a quelli del caso “Nelie” (relativi all'acquisto di una barca e di una Range Rover). Nuove possibili condanne quindi allungherebbero il “ban” e di fatto metterebbero Cellino fuori gioco.

La decisione della Football League getta il club in un nuovo caos. È ancora troppo presto per avanzare ipotesi sui possibili scenari futuri. Il Leeds United, per voce di Matt Child, chief operating officer, si è detto “sorpreso e deluso” per la decisione, ma ha assicurato che “continuerà a valutare ogni possibile azione legale contro la decisione”.

Nelle 31 pagine della sentenza della Football League si legge: “Riteniamo che le conclusioni del giudice e la descrizione del modo di agire del sig. Cellino basata sui fatti avvenuti possa ragionevolmente considerarsi disonesta. Dobbiamo quindi concludere che il sig. Cellino è stato condannato per un reato che costituisce un “Disonest Act” e che quindi sia soggetto a “Disqualifying Condition”. La FL si è detta pronta a fornire tutta l'assistenza necessaria per ridurre al minimo, nei limiti del possibile, gli effetti negativi della decisione sulla vita del club. Un portavoce della Football League ha dichiarato: “l'unico obiettivo della Football League nel corso di questo processo è stato quello di assicurare che i regolamenti, come democraticamente approvati dai club membri, siano rispettate. Queste regole sostengono principi relativi alla proprietà dei club che, come ampiamente riconosciute, sono nel miglior interesse del gioco ed hanno il sostegno delle autorità calcistiche, del governo e dei tifosi”.

Chi prenderà il posto di Cellino? Al momento sono due i candidati. Matt Child e Andrew Umbers. Il primo è entrato nel board del club alcune settimane fa e ricopre la carica di chief operating officer. L'altro è un finanziarie fatto entrare da Cellino nel consiglio d'amministrazione il mese scorso ma che già in passato ha lavorato ad Elland Road. Fu lui infatti a favorire il passaggio del club da Ken Bates alla GFH (non un bel biglietto da visita...). Il ritorno delle quote in mano ai precdenti proprietari, la GFH, appare invece un'ipotesi non al momento possibile. Umbers ha sostenuto l'appello di Cellino evidenziando che, l'eventuale ban del Presidente, avrebbe pouto avere “gravi conseguenze negative” per il futuro del club, “creando un reale rischio di insolvenza”. Jonathan Taylor, avvocato della FL, ha però stigmatizzato le posizioni di Umbers ritenendole “esagerate, speculative e non supportata da alcuna prova esterna o, significativamente, da alcun elemento di prova fornita dallo stesso Cellino”. La sentenza comunque non prevede, in nessuna sua parte, l'obbligo di cessione del club da parte di Cellino. Sempre Taylor inoltre ha chiarito che “i membri della famiglia Cellino non dovranno necessariamente cedere le loro quote nel club”. Cellino ha comunque sempre l'opzione di ricorrere a un arbitrato oppure intraprendere altre azioni legali contro la decisione della FL. La battaglia però si preannuncia lunga, costosa e pericolosa.

Sullo sfondo rimane il calcio giocato, con la gara di domani sera contro il Bournemouth a fare da sfondo a questa farsa.

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