lunedì 1 dicembre 2014

La sentenza di Shaun Harvey: “Cellino deve andarsene”


La gioia per la vittoria contro il Derby County è durata pochissimo. La settimana del Leeds United è infatti iniziata con l'ufficialità di una decisione che potrebbe avere pesantissimi ripercussioni sul futuro del club. La Football League, il cui presidente è tale Shaun Harvey, ha “disqualify owner Massimo Cellino and ask him to step down from the club as an owner and director”. In pratica la FL, dopo aver ricevuto le motivazioni della sentenza sul caso Neile, ha ritenuto Cellino colpevole di comportamento disonesto ed ha quindi giudicato il Presidente non in linea con i principi che regolano il “fit and proper test” a cui ogni proprietario o direttore di club deve sottoporsi.

Cellino, che attualmente si trova in Bahrain per discutere con la GFH del futuro del club, rientrerà in Inghilterra domani ed avrà 14 giorni di tempo per presentare appello contro la decisione. Sono invece 28 i giorni concessi per abbandonare ogni carica all'interno del club. In base alle leggi inglesi la condanna comminata dal giudice Lepore, per il caso Nelie, potrà dirsi scontata a partire dal prossimo 18 marzo. Da quella data quindi Cellino potrebbe tornare a pieno titolo proprietario o direttore del club. La Football League avrebbe anche “suggerito” al Leeds di rimuovere Cellino dal suo ruolo proprio fino al 18 marzo data in cui, scontata la pena, tornerebbe ad essere “fit and proper”. La situazione che si verrebbe a creare però è stata definita in una nota ufficiale del Leeds United come “destabilizzante per il club, i tifosi e gli sponsor”.

Cellino, raggiunto telefonicamente da Phil Hay, ha escluso la possibilità di mettere in vendita il Leeds, lasciando tuttavia aperta la porta a un suo passo indietro per il tempo necessario.

“Il club non è in vendita. Non stiamo vendendo il club, non a causa di questo. La decisione della FL non cambia nulla. Massimo Cellino non possiede il Leeds United. La mia azienda di famiglia è proprietaria del club. È il denaro della mia famiglia che ha acquistato il club, non i miei soldi. Non so se farò appello. Devo parlare con i miei avvocati e consultare tutte le carte. Qual è il loro problema? Paghiamo le nostre fatture, facciamo le cose giuste. Nessuno pagava niente qui quando ho comprato il club. Che cosa ha fatto la Lega per evitare quello che avveniva in pasato? Se la mia azienda di famiglia mi chiedesse di fare un passo indietro per due o tre mesi, poi mi passo indietro. Se questo deve accadere allora lo farò. Ma non venderemo il club”.

I prossimi giorni ci chiariranno le prossime mosse in una vicenda che, anche alla luce della lettera inviata da David Haigh alla FL (nella quale l'ex GFH sostiene la dubbia provenienza dei soldi utilizzati dalla banca per comprare il club), sembra ancora lontanissima da una soluzione. E sullo sfondo della "farsa" la figura di Shaun Harvey campeggia in modo imbarazzante.

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