mercoledì 16 gennaio 2019

Bielsa: “Sono il solo responsabile dello spygate, ma non ho infranto nessuna regola”

Doveva essere una conferenza stampa per chiarire la vicenda spygate, ma ben presto si è trasformata in una lecto magistralis sul bielsismo. Sono stati 66 minuti di assoluto spettacolo nella sala stampa di Thorp Arch, con un solo grande protagonista: Don Marcelo.

Dopo essersi assunto tutta la responsabilità della vicenda, Bielsa ha voluta raccontare come funziona il lavoro del suo staff e come vengono preparate le partite. Nessun pentimento per ciò che è accaduto giovedì scorso, ma tutto l’orgoglio di un uomo che lavora e vive per far bene il proprio lavoro.

“Ho convocato questa conferenza stampa - ha esordito il tecnico chiudendo subito ogni possibilità di dimissioni - perché domani avremo il classico appuntamento con la stampa prima della partita con lo Stoke City. Molte persone hanno espresso un'opinione sul mio comportamento, molti lo hanno condannato, affermando che non sia etico e morale”.

“La società non c'entra nulla, sono io l'unico responsabile. Fino a oggi ho osservato tutti i nostri avversari. In tanti hanno parlato di fair play, ma quello che ho fatto è un comportamento che non viola nessuna regola. Quello che ho fatto non è illegale e non determina il risultato delle partite, è un normale modo per conoscere gli avversari”.

“La persona che è stata trovata al centro sportivo del Derby County ha seguito i miei ordini e io sono l'unico responsabile. Ho osservato tutti i rivali contro i quali abbiamo giocato e ho guardato le sessioni di allenamento di tutti i nostri avversari prima di giocare contro di loro. Molti manager ed ex giocatori hanno pensato che il mio comportamento fosse irrispettoso. Non voglio confrontare il mio comportamento con i comportamenti precedenti riguardanti l'argomento. Ho sentito che ci sono altri comportamenti che influenzano il fair play, ma non voglio difendermi attaccando gli altri. Quello che ho fatto non è illegale. Non è specificato, non è scritto in un nessun regolamento. Possiamo discuterne, ma non è una violazione della legge. So che tutto ciò che non è illegale non è giusto da fare. Ovviamente se osservi qualcosa senza l'autorizzazione della persona coinvolta, si parla di spionaggio. Non posso dire che è una cosa giusta da fare, ma vorrei spiegare che non avevo cattive intenzioni. Poi Lampard dice che non ci crede e che crede che io abbia violato lo spirito del fair play, che sono io che devo adattarmi alle regole non scritte legate alle abitudini del calcio inglese…”.

"Il nostro era un normale modo di conoscere l'avversario. Quando osservi gli avversari vuoi sapere la formazione titolare, le tattiche e le strategie sui calci piazzati. Ovviamente non sono le informazioni che ti permettono di costruire una formazione per neutralizzare l'avversario, ma non sto cercando di giustificarmi. Se si vuole proteggere la Championship e condannare chi ne danneggia la reputazione, accettiamo le sanzioni che arriveranno. Perchè lo faccio? Beh, perchè abbiamo sempre l’ansia di non lavorare abbastanza sulla preparazione del match e prendendo informazioni ci sentiamo psicologicamente più vicini a vincere, anche se non è così in realtà. Non so parlare l’inglese, ma posso parlare delle 24 squadre di Championship! E non sapevo fosse vietato. Anche se non serve a niente, è il mio modo di combattere l’ansia. Perché lo faccio? Perchè penso di essere stupido”.

Bielsa è poi salito in cattedra e grazie a un power point e a numerosi dossier ha mostrato come lavora il suo staff e quali dati cerca di raccogliere ed elaborare per affrontare al meglio un avversario. Mostrando tutto ciò che era stato preparato in vista della gara contro il Derby County, il tecnico argentino ha esposto nel dettaglio il suo metodo ed ha raccontato qualcosa che lo rende così originale e diverso rispetto alla stragrande maggioranza dei suoi colleghi.

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